
A chi piacciono i libri per bambini
Ovvero lo compro per me o per la polpetta
Una decina di giorni fa, il 2 marzo, abbiamo passato una giornata divisi su più fronti. Io a Rovereto a tenere una presentazione sulla traduzione di Professione del padre di Sorj Chalandon, e la polpetta e il polpettone in gita a Milano.
Highlight della giornata, per la polpetta, è stato IL TENO! Per lo zio che l’ha accolta il fatto che abbia vomitato sul suo portfolio appena ritirato dalla copisteria. Diciamo che è ancora presto per le feste della fashion week milanese, ecco.
L’acquisto del polpettone
Al ritorno dalla mia giornata solitaria (avvenuto nel mezzo della notte, trovando tutti profondamente e scompostamente addormentati), ho scoperto che senza di me quei due avevano fatto acquisti.
Anche io, senza di loro, avevo fatto acquisti, ma questo è chiaro.
Li becco dunque con un libro di Sciascia e uno di Kafka (il polpettone è per le letture leggere e per le ultime uscite, sì). Ma soprattutto con un libro per la polpetta.
Alla scoperta delle librerie milanesi
Mi raccontano (okay, mi racconta, perché la polpetta continuava solo a ripetere TENO e PISSA, che poi è la stessa PISSA che è finita sul portfolio) di essere stati in una libreria che non conoscevo.
Gestita da due donne che stavano spolverando pile di libri. Sotto c’è l’usato e i libri in lingua. E un tavolino per i bambini, che hanno sgombrato per lasciar giocare la polpetta. La libreria si chiama Scaldasole ed è questa qui.
Mi ha(nno) raccontato di essere rimasti un po’ a gironzolare e a curiosare tra i libri. Di aver scelto il libro di Sciascia perché era “da tanto che volevo leggerlo” e La metamorfosi e altri racconti in questa edizione della economica Garzanti “che hanno anche i tuoi e che mi piace tanto”.
Il libro per la polpetta
E poi il polpettone dice “ho preso questo per la polpetta”. E tira fuori Il palloncino rosso di Iela Mari.
Un urlo.
“Davvero?”
Lo volevo da tanto. L’avevo adocchiato ancora a Rovereto, alla Piccolo Blu, ne avevo parlato con la Patrizia, la Libraia dei Bambini. Che ne sa più di tutti. Piaceva anche a lei. Ma mi piaceva troppo per prenderlo.
Quando un libro mi piace troppo non lo compro
Mi spiego: con i bambini è difficile. È difficile perché non ne so abbastanza e perché ancora temo sempre di sovrapporre il MIO gusto al SUO. Che ha due anni e mi ha già dimostrato a volte che quello che piace a lei potrebbe non essere la mia prima scelta.
Che Il carretto di Max è un libro bellissimo da leggere all’infinito e che Il leone e l’uccellino non è troppo difficile, checché se ne dica.

di Barbro Lindgren e Eva Eriksson
(Bohem Press)

di Marianne Dubuc
(Orecchio Acerbo)
traduzione dal francese di Paolo Cesari
Ma Il palloncino rosso è un libro che vivevo un po’ troppo come feticcio. Scritto (o illustrato soltanto si dirà in questo caso?) da Iela Mari, la madre di Michele Mari, a sua volta uno dei miei autori preferiti. Un libro che viene da lontano, usato anche da mia madre e conosciuto negli anni che furono come un libro bellissimo. Lo compro o non lo compro, insomma?
Lo compro!
Alla fine è arrivato il polpettone. Che senza troppe elucubrazioni, o seghe mentali che dir si voglia, l’ha comprato perché gli è piaciuto. Dandomi la conferma che le persone che ami sono anche quelle che leggono, e spesso leggono e amano i libri che leggi e ami tu. Che la letteratura costruisce un filo sottile che collega tutte le persone e le emozioni del tuo mondo.
Che anche se hai passato una giornata lontana dai The Polpettis, alla fine la lontananza è un’impressione. Perché c’è un filo o un palloncino rosso a unirvi da una parte all’altra del Nord Italia.
Che la polpetta, quel libro che tu non avevi il coraggio di regalarle o regalarti, chissà se le piace o se piace a lei, insomma, quel libro lì le piace da impazzire!


Menù di rame 11 - 15 marzo

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